Autore: Ledi Miotto 01 ott, 2022
Parte oggi con grande entusiasmo il progetto VIVERE MEGLIO che promuove l'accesso ai trattamenti psicologici per ansia e depressione nel periodo post - pandemico. Trattamenti gratuiti per i cittadini e finanziati attraverso borse lavoro erogate da ENPAP ai propri iscritti, appositamente formati dallo SCUP dell'Università di Padova. Sono fiera e felice di far parte di questo progetto per la provincia di Forlì-Cesena. Visita il sito https://viveremeglio.enpap.it/ e accedi a questa opportunità!
Autore: Ledi Miotto 17 feb, 2022
E vissero per sempre felici e contenti...
Autore: Ledi Miotto 17 feb, 2022
Sul Trauma
Autore: Ledi Miotto 08 set, 2021
Riporto il racconto di una mamma e della sua esperienza scolastica : "La mia esperienza di bambina con le modalità di apprendimento non è stata delle più facili, i miei genitori per mancanza di istruzione scolastica non erano in grado di insegnarmi un metodo di studio, quindi diciamo che l’ho “sperimentato” per prove ed errori, non nego di aver passato momenti di arrendevolezza, diciamo che era la strada più facile. Il mio peggior pregio e, con il senno di poi, anche il mio miglior pregio è la testardaggine: quando ho un’idea in testa la devo realizzare, alterno, è vero, ancora momenti di convinzione assoluta ad altri di “serena indifferenza” molto brevi a dire la verità, ma il modo per arrivarci lo trovo. Così ho imparato anche a studiare: inizialmente ripetevo e anche poco, avevo l’illusione di ricordarmi oltre che nel breve anche nel medio periodo, cosa che chiaramente ho compreso presto essere impossibile. A volte ho provato strategie non proprio efficaci: scrivermi sulla mano qualche parola che mi agevolasse il ricordo … ma la sensazione era di “giocare sporco”. Pian piano mi sono resa conto di avere una certa memoria visiva: ricordavo esattamente l’immagine della pagina e del paragrafo che conteneva il testo delle domande dell’insegnante. Quindi ho iniziato a sfruttare questa mia caratteristica. Con “l’aumentare della difficoltà del compito di studio” aumentavano anche le difficoltà nel mantenere un metodo di studio adatto, complice il fatto che non tutte le materie si possono studiare allo stesso modo: sono caduta diverse volte. In tutte le materie che non comportavano “solo” una lettura-comprensione testo-memorizzazione” ero un disastro: ho iniziato quindi ad aggiungere la pratica, l’esercizio, lo sperimentarmi concretamente nei passaggi e nella prova. Così è andata molto meglio. Quello che ha funzionato per me è stato capire queste cose: -Bisogna studiare e capire ciò che si studia -L’intelligenza conta fino ad un certo punto e senza un metodo si va poco in la -Non tutte le materie sono uguali e vanno studiate allo stesso modo, gioca inoltre una certa predisposizione personale -Per me ha funzionato e i risultati lo dimostravano: organizzazione del lavoro, riassunti degli argomenti, memoria visiva, esercizio pratico Più le cose miglioravano e più i risultati arrivavano e più mi convincevo di poter fare bene e di poter arrivare dove volevo arrivare, la componente di “gratificazione” è stata importantissima e la motivazione è arrivata in aiuto …. Alla fine ad ogni compito di studio ho associato una strategia adatta e sperimentata che veniva continuamente verificata attraverso i risultati e così validata. " Questa è METACOGNIZIONE: consapevolezza delle proprie personali strategie che portano a risultati nell'apprendimento. Queste modalità e consapevolezze possono essere apprese attraverso un breve percorso individuale, ed è proprio con questa certezza che questa mamma ha portato suo figlio in studio ad "imparare ad imparare.
Autore: Ledi Miotto 08 set, 2021
Il mondo sta cambiando, così come il nostro modo di vivere, lavorare, studiare, il tempo libero non è più così “libero” come lo era fino a qualche tempo fa. Siamo in emergenza, il nostro corpo reagisce a l’allarme e ciò ci permette di far fronte alla situazione ma, la condizione perdura e, l’emergenza stessa, si sta pian piano trasformando di quotidianità. Non è facile abituarsi a ritmi nuovi, necessità non appagate, routine che si sono capovolte radicalmente con una velocità inimmaginabile. Non siamo preparati e non riusciamo nemmeno a ricorrere a capacità cognitive pregresse: non abbiamo situazioni simili nel nostro passato alle quali far ricorso per individuare strategie “risolutive”. Come si fa allora? Premetto che non è facile per nessuno ed ognuno di noi farà ricorso a modalità diverse perché “siamo tutti diversi” ed abbiamo storie diverse alle spalle, storie che ci accompagnano e dalle quali dipende il nostro modo di far fronte al nuovo: alcuni reagiscono con maggior fiducia altri invece non possiedono queste risorse personali. Oggi più che mai consiglio a chi è in maggiormente in difficoltà di chiedere aiuto “Nessuno si Salva da solo”. Veniamo alla pratica ed inizio dai bambini, per loro è fondamentale, sempre e comunque, il gioco, è attraverso il gioco che elaborano il “mondo che li circonda”: il disegno permette di esprimere emozioni, paure, speranze. In un momento come questo invitate i vostri figli a disegnare permette loro di “tirar fuori” sentimenti e angosce profonde. Altro strumento importante è la rappresentazione attraverso il “gioco di ruolo” per esempio: con i miei figli a seguito delle prime restrizioni sulle uscite e sui vincoli imposti dal “governo” abbiamo giocato ai “poliziotti che controllano e fermano le persone controllando gli spostamenti”, abbiamo creato documenti d’identità, certificazioni, motivazioni e discussioni sul “perché ” bisogna fare così. La messa in scena è una tecnica psicologica molto forte che aiuta ad elaborare una situazione, una condizione e che porta ad una comprensione profonda e alla formazione di un’esperienza, seppur immaginaria, alla quale attingere, l'esperienza è conoscenza e la conoscenza riduce le paure. E gli adulti? Dopo la prima fase di smarrimento occorre ripristinare una routine con delle regolarità che ci aiutino anche a livello psicologico: ritmi regolari e di sonno, alimentazione, attività fisica se possibile. Le solite raccomandazioni che ormai si sentono ovunque sono importanti come lo è limitare al minimo l’esposizione a notizie, aggiornamenti vari, statistiche, dati …. non solo non è utile ma può ad accentuare stati depressivi, maniacali e fobici. Perché invece non utilizzare questo tempo per riscoprirci, reinventarci, trovare nuovi stimoli, nuove opportunità, di questo avremo un gran bisogno alla fine … perché non cercare un bel corso on line (una lingua nuova, uno strumento musicale, un corso di arte..) un consulto psicologico o di coaching che ci possa permettere di credere in un futuro realizzabile e nuovo. Certo ci sono impegni, difficoltà quotidiane: smart-working, figli e compiti, spazi ristretti ma perché fare un tentativo e vedere, questa volta, “il bicchiere mezzo pieno” anche perché, onestamente, non ci sono per ora, altre possibilità.
Autore: Ledi Miotto 08 set, 2021
Marco (nome di fantasia) durante le prime sedute di terapia mi racconta la sua storia di dipendenza da sostanze. Marco arriva dalla periferia di una delle nostre città metropolitane, lì ha iniziato molto giovane, 12-13 anni, per provare (lo facevano tutti), per noia (non sapevamo come passare il tempo), per sballo (all’inizio è tutto TROPPO)…. Marco è ancora giovane, oggi ha 25 anni, non ha mai smesso! Marco ha dei problemi, problemi cognitivi da uso di sostanze, l’attenzione è limitata, molto limitata, la memoria a breve è quasi del tutto assente, lavorare per lui sta diventando molto difficile, la sera, ogni sera, per rilassarsi fa uso di sostanze, ancora e ancora. Marco ha 25 anni è un ragazzo socievole, intelligente, volonteroso ma 13 anni fa non ce l’ha fatta dire “no”, non ce l’ha fatta a fermarsi, non ce l’ha fatta a chiedere aiuto e, oggi, il suo cervello è gravemente compromesso da anni di abuso. Marco sta provando a smettere, oggi, dopo 13 anni.
Autore: Ledi Miotto 08 set, 2021
Riporto questa frase che una mia paziente mi ha espresso in terapia per parlare di “insicurezze”. Molte persone si sentono insicure e vorrebbero essere più padrone delle situazioni che si trovano a vivere. Avere sempre la risposta pronta, in una sorta di valutazione continua come se la loro autostima dipendesse dalla capacità di misurarsi son l’altro a suon di parole, chi ha l’ultima battuta ha la meglio. Spesso questi atteggiamenti nascondono insicurezze profonde che andrebbero analizzate e riportate alla luce per non soffrire la perenne sconfitta e il senso di inadeguatezza: non sono stato all’altezza, non ho saputo dimostrare quanto valgo. Ebbene chi è sicuro di se non ha bisogno di dimostrare nulla se non a se stesso, non ha bisogno di avere la battuta pronta perché quello che è non dipende dalle idee del suo interlocutore. Provare per credere.
Autore: Ledi Miotto 08 set, 2021
"E' difficile trovare una persona che sia allo stesso tempo un Più e un Meno" (per me). Riporto questa frase che mi è stata detta da un cliente durante una sezione di lavoro sulle Relazioni di Coppia. Questa frase mi ha colpito molto: racchiude in se le aspettative verso l'altro/a, "un altro/a idealizzato/a" e perfetto/a, "un atomo completo" (per richiamare le cariche elettriche + e -) capace di adattarsi al nostro essere in base a quelle che sono le nostre esigenze, un Più e un Meno. Un legame talmente profondo che immediatamente mi rimanda al Legame Originario con la Madre, l'unico legame in grado di essere così totalizzante e completo. Mi sono chiesta quindi: è possibile ri-trovare "un altro/a" di questo tipo? e che cosa ci spinge alla ri-cerca di tanta perfezione ? Le risposte a domande così profonde arrivano solo attraverso un'analisi attenta che ci permetta di far luce sui nostri meccanismi inconsci e chissà...di trovare "un altro/a" che sia semplicemente se stesso.
Autore: Ledi Miotto 08 set, 2021
Il lavoro occupa la gran parte della vita delle persone, ad esso sono collegati grandi speranze e grandi sogni (matrimonio, casa, i figli…). Ma avere un lavoro non è tutto, bisogna anche avere il lavoro giusto per noi per poter essere veramente soddisfatti. “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai un giorno nella vita”, al giorno d’oggi, realisticamente, non si può sempre ambire a tanto, a volte bisogna scendere a compromessi ma non è neppure detto ci si debba accontentare della prima cosa che si trova. Il lavoro va un po’ “vestito” addosso alle singole persone, va fatto proprio, va cercato, scelto, adattato, ri-adattato a quello che via via diventiamo. Ho previsto un percorso per tutti coloro che cercano un lavoro, per chi vuole cambiare il lavoro che ha, per chi vuole crescere nel proprio. Un percorso di autoconsapevolezza delle proprie potenzialità, delle proprie attitudini dove verrà “pianificato” un piano concreto d’azione.
Autore: Ledi Miotto 08 set, 2021
Il primo anno di scuola elementare è caratterizzato per molto bambini da difficoltà di lettura. Nella maggior parte dei casi il problema si risolve con l’esercizio. Quando invece non si vedono miglioramenti, il bambino continua ad avere difficoltà, non riesce a mantenere la concentrazione o rifiuta il compito è bene “correre ai ripari” e consultare uno specialista che saprà prendere in carico la famiglia e indirizzare alla soluzione più adatta. Utile per esercitare il bambino alla lettura sono programmi mirati, eseguibili anche da casa su supervisione del clinico, che permettono di recuperare o, nei casi più complessi, migliorare la velocità e la correttezza nella lettura. Esistono programmi personalizzabili, eseguibili a cicli trimestrali, che permettono di ottenere buoni risultati e di favorire l’autonomia e la sicurezza, ciò consentirà al bambino di migliorare le proprie competenze con ricadute positive sull’autostima. Per informazioni scrivere a: benessere@psicologiadellavitaquotidiana.it
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