Come affrontare il cambiamento

Il mondo sta cambiando, così come il nostro modo di vivere, lavorare, studiare, il tempo libero non è più così “libero” come lo era fino a qualche tempo fa.
Siamo in emergenza, il nostro corpo reagisce a l’allarme e ciò ci permette di far fronte alla situazione ma, la condizione perdura e, l’emergenza stessa, si sta pian piano trasformando di quotidianità.
Non è facile abituarsi a ritmi nuovi, necessità non appagate, routine che si sono capovolte radicalmente con una velocità inimmaginabile. Non siamo preparati e non riusciamo nemmeno a ricorrere a capacità cognitive pregresse: non abbiamo situazioni simili nel nostro passato alle quali far ricorso per individuare strategie “risolutive”.
Come si fa allora?
Premetto che non è facile per nessuno ed ognuno di noi farà ricorso a modalità diverse perché “siamo tutti diversi” ed abbiamo storie diverse alle spalle, storie che ci accompagnano e dalle quali dipende il nostro modo di far fronte al nuovo: alcuni reagiscono con maggior fiducia altri invece non possiedono queste risorse personali.
Oggi più che mai consiglio a chi è in maggiormente in difficoltà di chiedere aiuto “Nessuno si Salva da solo”.
Veniamo alla pratica ed inizio dai bambini, per loro è fondamentale, sempre e comunque, il gioco, è attraverso il gioco che elaborano il “mondo che li circonda”: il disegno permette di esprimere emozioni, paure, speranze. In un momento come questo invitate i vostri figli a disegnare permette loro di “tirar fuori” sentimenti e angosce profonde. Altro strumento importante è la rappresentazione attraverso il “gioco di ruolo” per esempio: con i miei figli a seguito delle prime restrizioni sulle uscite e sui vincoli imposti dal “governo” abbiamo giocato ai “poliziotti che controllano e fermano le persone controllando gli spostamenti”, abbiamo creato documenti d’identità, certificazioni, motivazioni e discussioni sul “perché ” bisogna fare così. La messa in scena è una tecnica psicologica molto forte che aiuta ad elaborare una situazione, una condizione e che porta ad una comprensione profonda e alla formazione di un’esperienza, seppur immaginaria, alla quale attingere, l'esperienza è conoscenza e la conoscenza riduce le paure.
E gli adulti? Dopo la prima fase di smarrimento occorre ripristinare una routine con delle regolarità che ci aiutino anche a livello psicologico: ritmi regolari e di sonno, alimentazione, attività fisica se possibile. Le solite raccomandazioni che ormai si sentono ovunque sono importanti come lo è limitare al minimo l’esposizione a notizie, aggiornamenti vari, statistiche, dati …. non solo non è utile ma può ad accentuare stati depressivi, maniacali e fobici. Perché invece non utilizzare questo tempo per riscoprirci, reinventarci, trovare nuovi stimoli, nuove opportunità, di questo avremo un gran bisogno alla fine … perché non cercare un bel corso on line (una lingua nuova, uno strumento musicale, un corso di arte..) un consulto psicologico o di coaching che ci possa permettere di credere in un futuro realizzabile e nuovo. Certo ci sono impegni, difficoltà quotidiane: smart-working, figli e compiti, spazi ristretti ma perché fare un tentativo e vedere, questa volta, “il bicchiere mezzo pieno” anche perché, onestamente, non ci sono per ora, altre possibilità.

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